PER VERBANIA UNA POSSIBILE RISORSA: L’ACQUA CALDA

Andamento Temperature Dicembre 2014 Novembre 2015 falda area Acetati

 Sotto l’area ex-Acetati vi è una falda di acqua calda. Il rilievo in continuo della temperatura ha permesso di rilevare pulsazioni della temperatura che potrebbero essere causate da un fenomeno naturale.

Dal 2011 ad oggi la temperatura di falda ha mantenuto una temperatura molto superiore a quella delle normali acque di falda, anche fino a10 gradi arrivando ad una temperatura di 25 gradi. Questo fenomeno potrebbe rappresentare una fortuna per Verbania dal punto di vista geotermico, come fonte di energia a costo quasi nullo.

La cronistoria dell’acqua calda sotto Sant’Anna, secondo quanto disponibile sui verbali delle conferenze dei servizi di Acetati, inizia con la conferenza del 12-10-2012, dove Acetati presenta uno studio dal quale risulta che le indagini fatte con il carbonio 14, rilevano una età delle acque superficiali calde maggiore di quelle fredde sottostanti, fenomeno che viene spiegato con l’emersione di acque più vecchie al di sopra di quelle fredde. In base al verbale questo studio risulta condiviso anche da ARPA

Nella conferenza del 08-02-2013 si parla ancora del fenomeno dell’anomalia termica, e si sottolinea come nel PZ4 la temperatura sia diminuita dal 2011 ma rimasta stabile nel 2012.

Nella conferenza del 19-12-2013, il CNR illustra i risultati del monitoraggio condotto da loro, con sonde automatiche, che ha fornito, nei piezometri esterni al sito industriale, dati stabili nel tempo. Acetati si rende disponibile ad eseguire analoghe indagini all’interno dello stabilimento, e il CNR sottolinea come il rilievo in continuo della temperatura con appositi sensori permetta di rilevare anche piccole pulsazioni della temperatura che potrebbero essere giustificate solo da un fenomeno naturale

A novembre 2015, vengono diffusi i risultati del monitoraggio in continuo eseguiti dal CNR nei piezometri interni ed esterni all’area Acetati. I dati mostrano, dal 2013, un calo di temperatura progressiva di circa 3-4°C nei piezometri ubicati alla sgambatura cani ed al cubo, mentre al condominio nocciolo la temperatura è diminuita di circa 2 gradi nel 2014 ed è rimasta stabile nel 2015. All’interno di Acetati si è registrato un calo della temperatura di circa 0,5-1,5°C in PZ4 e PZA, mentre in PZ3 la diminuzione è stata di 0,3°C in un anno. Il Piezometro PZ4, profondo 100 metri e distante qualche metro da PZ4 mostra una temperatura media di 21°C e forti diminuzioni di temperatura a cui seguono forti rialzi di temperatura.

Come lo stesso CNR riporta nel documento, le cause di questo andamento dovrebbero essere approfondite, e sarebbe certamente utile per la cittadinanza se si incaricasse lo stesso CNR o un altro ente a continuare questi studi.

Premesso tutto ciò, risulta comunque chiaro che almeno dal 2011 la porzione superficiale della falda di Sant’Anna mostra una temperatura molto superiore a quella delle normali acque di falda (anche fino 10 gradi di differenza rispetto ai 15 costanti dei piezometri esterni all’area dell’anomalia termica).

Nel corso dei due anni di monitoraggio in continuo, si è osservato mediamente un calo di temperatura, anche se in alcuni piezometri la temperatura è rimasta stabile nell’ultimo anno ed in uno si alza e abbassa in continuo.

Una domanda che potrebbe sorge spontanea è quella di chiedersi se questa anomalia termica sia naturale. Da quanto riportato nelle conferenze dei servizi la temperatura non sono presenti contaminanti o sostanze capaci di rialzare la temperatura dell’acqua. Tra l’altro uno dei possibili motivi per cui non si era notato prima potrebbe essere legato al fatto che prima c’erano parecchi pozzi industriali che pompavano migliaia di metri cubi d’acqua ogni ora, mascherando il fenomeno; in ogni caso, ad oggi non è possibile ricondurre l’anomalia ad una attività industriale che è terminata 5 anni fa.

Nel caso che la sua origine fosse naturale, questo fenomeno potrebbe rappresentare una fortuna per Verbania dal punto di vista geotermico, come fonte di energia a costo quasi nullo.

La possibile disponibilità di una fonte energetica di questo tipo, addirittura sotto la città, è una questione che non può essere ignorata.

Se fosse di origine naturale e sfruttabile, sarebbe possibile scaldare ad esempio, buona parte di Verbania, o magari avviare uno stabilimento termale. La cosa certa è che sarebbe insensato avere una risorsa di questo tipo sotto i piedi e ignorarla, quando si sono spesi 20.000 € comunali per redigere un PAES ( Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile). Il MoVimento 5 Stelle di Verbania ha da tempo ferma in comune una richiesta che impegna l’amministrazione a muoversi in questa direzione. L’amministrazione è a conoscenza di questo nostro documento da almeno un anno. Rimandando la votazione in Consiglio Comunale chiediamo a mezzo stampa di iniziare a muoversi. In un periodo di crisi, dove la riduzione dei consumi energetici e la ricerca di fonti alternative sono alla base di ogni amministrazione lungimirante, una risorsa di acque termali di queste proporzioni, potrebbe veramente cambiare le sorti di questa città.

 

MoVimento 5 Stelle Verbania

I COMPRO ORO E IL BUON PADRE DI FAMIGLIA

pollo-spennato-209x300La tecnica dei compro oro la conoscono tutti: aprono normalmente in zone dove c’è crisi, dove la gente pur di racimolare qualche soldo per sopravvivere è disposta a vendere tutto quello che ha, anche i gioielli di famiglia. In queste situazioni però, il buon padre di famiglia, prima di vendere i suoi “tesori”, riduce le spese inutili, tira un po’ la cinghia, evita il lusso e si limita all’indispensabile in attesa di tempi migliori mantenendo ciò che dà reddito. Solo in caso di estrema necessità vende i propri averi, il suo “capitale”.

A Verbania però tutto ciò non accade e si va contro la filosofia del buon padre di famiglia, con un Sindaco che decide di “vendere il più possibile”, per lo più senza confrontarsi nemmeno con la sua maggioranza.

Come spunto di riflessione mettiamo in risalto solo alcuni eventi in ordine cronologico.

Alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica di via Case Nuove. Rientravano in una misura di edilizia sovvenzionata regionale denominata “10.000 alloggi entro il 2012”, quindi case cosidette “popolari”. Alla fine sono stati messi in vendita altrimenti, ci venne detto, sarebbero mancati soldi nel bilancio. Su 15, al momento, ne risultano venduti due.

Ex Casa della Gomma, parte di Palazzo Pretorio, che ad oggi vede un aggiudicatario, ovviamente privato, e tante promesse fatte dal Sindaco di “non vendita”. Promesse evidentemente al momento non mantenute, con “sentenza” slittata a maggio, quando il privato potrà far valere il suo diritto di acquisizione dell’immobile. In questo caso il Pd, col senno del poi, si è sentito preso in giro, eppure era stato ben avvisato da più parti da parte delle minoranze.

Forno crematorio: un servizio che rende al comune un utile netto e costante negli ultimi 3 anni (2012-2013-2104) di ben 250.000 annui. Si fa avanti un privato, si assiste ad una delle vicende più “strane” di esternalizzazione, come se tutto fosse un segreto istituzionale, compreso il nome del proponente. Si scopre in un secondo tempo che diminuiranno le entrate per il comune ed, inverosimilmente, aumenteranno le cremazioni: si mobilitano più di mille firmatari e ora si farà il referendum. Anche qui il Pd, sempre col senno del poi, cerca di salvare il salvabile, ma solo l’intervento dei cittadini, votando SI al referendum, potrà fermare questo “regalo” che si vuol fare ai privati (per trent’anni), la partita è ancora aperta.

Ora apprendiamo dai giornali che si vuol vendere l’ufficio turistico, che fa parte del complesso di Villa Giulia, e l’ex caserma dei Carabinieri, dove, per il primo, pare vi sia già stata una richiesta da parte di privati. Di contro annunci e proclami che verranno abbassate le rette degli asili consoni allo stile Renziano,

Al di là che nessuno è stato coinvolto nelle scelte, forse nemmeno l’assessore al bilancio, ci domandiamo: se vengono venduti i servizi che danno utile e per far cassa vengono venduti i gioielli di famiglia, quando i soldi finiranno cosa racconterà il Sindaco ai cittadini che si vedranno aumentare nuovamente le tasse?

Se contemporaneamente si vedono spendere soldi per iniziative turistiche non coordinate tra loro (e in alcuni casi onerose e opinabili come il giro d’italia), spendere per capire cosa fare del CEM ad oggi rimane ancora una scatola vuota senza contenuti, se si parla di costruire parcheggi in centro città mentre i marciapiedi cittadini sono pieni di buche o si mettono a pagamento i parcheggi vicino all’ospedale…Se ci troviamo davanti a tutto questo, se vengono venduti beni comunali per pagare il futile o quantomeno l’immediato, ci chiediamo: dov’è la ratio in questo marasma? Non è il caso che si fermi prima di ritrovarci tutti in mutande?

MoVimento 5 Stelle Verbania

SANITÀ VCO: LE RISPOSTE DEL SINDACO NON SONO SODDISFACENTI

A seguito della ns. interpellanza in consiglio comunale, apprendiamo dalla voce del sindaco Marchionini che ASL VCO, in questi mesi di nuova amministrazione, ha partorito un “topolino”, cioè il distretto unico.

La tanto sbandierata rivoluzione dell’assistenza territoriale può dunque attendere, e quello che fino ad ora si è fatto è stato solo parlare con i medici, di cosa però, al momento, non e stato ancora chiarito.
Sempre per voce del sindaco, ora sappiamo che asl stà aspettando il nuovo accordo collettivo nazionale, peccato che in questo momento nessuno sa quando verrà stipulato.

Di contro ASL VCO decide, nonostante il parere diverso della regione , che i medici di continuità assistenziale sono troppi perché fanno pochi accessi, per il 2014 (dati ASL) poco più di 10.000. Quanti allora dovevano essere gli accessi per avere il numero di medici previsto dalla nostra, a questo punto “sprovveduta”, regione?

Perché ASL VCO dice di aspettare i nuovi accordi per fare le aggregazioni dei medici di medicina generale con il ruolo unico, non potendo agire giustamente sull’inquadramento giuridico dei medici, ma intanto taglia i medici presenti sul territorio infischiandosene degli accordi esistenti? Perchè fa questo, dato che nessun accordo, nè nazionale, nè regionale, nè aziendale, parla di numero di accessi per mantenere in vita postazioni, ma di numero di abitanti e di conformazione orogeografica del territorio? Ricordiamo che quella della guardia medica, cosi come del 118 e del Dea, è medicina di attesa: continuando con i tagli quando ce ne sarà bisogno non ci sarà più nessuno ad attendere.

Ad ASL VCO, da un lato, quando gli conviene, rispetta gli accordi, dall’altro, quando non conviene, fa come gli torna più comodo.

I medici di continuità assistenziale ad oggi sono gli unici medici presenti sul territorio, la notte e i festivi, insieme ai 3 medici del 118.

Attualmente sono 8 le sedi di continuità assistenziale, ma prima dei tagli erano 13 presidi, sedi come Vanzone, Baceno e Santa Maria Maggiore oggi non esistono più. In sede a Domodossola ci sono solo 2 medici che devono coprire un territorio vastissimo, sicuramente tra gli ambiti territoriali più vasti esistenti in Italia.

Visto che le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), sempre da quanto detto dal Sindaco saranno, 8 e 8 sono anche le sedi di continuità assistenziale: perchè non utilizzarle facendole diventare h24, con l’apporto anche dei medici di assistenza primaria?

Perché non utilizzare i medici di continuità assistenziale che il nostro territorio deve avere per cominciare ad avviare delle aggregazioni ?

Perché nel nostro territorio si continua a distruggere l’esistente in nome di una falsa riorganizzazione che è solo un modo per camuffare tagli senza nessun criterio e avvantaggiare cosi il privato?

MoVimento 5 Stelle Verbania

REFERENDUM: VINTA UN’ALTRA BATTAGLIA, MA NON LA “GUERRA”: IL 17 APRILE VOTATE SI!

12743828_1190814367603921_7434351853338073444_nDal Consiglio Comunale  un sussulto di dignità: atto secondo. Il primo fù Brignoli che con senso di responsabilità sollevò dubbi per la questione Palazzo Pretorio, ora quel dubbio trova ragione nelle scelte della giunta che comunque ha venduto parte dell’immobile, nonostante tutte le minoranze, e parte della maggioranza avessero chiesto il contrario.
Ora il secondo atto: tocca al forno crematorio. Dopo che i cittadini hanno ricreduto nel potere della democrazia, dopo che undici persone hanno trovato il sostegno di 1130 cittadini, dopo tutte le nostre denunce a mezzo stampa di come la situazione era controversa e critica, ora, anche il PD tira fuori un sussulto di dignità. Non lo fa per mezzo del nuovo capogruppo che banalmente si tira fuori, ma tramite la maggioranza del partito. Un bel gesto, questo va riconosciuto. Questo però conferma tutte le incongruenze di questa operazione evidenziate in questi mesi e viene evidenziato nella parte finale del testo presentato dalla maggioranza che riportiamo:

“Ritenuto che costituisca un passaggio importante imprescindibile che l’iter della valutazione dell’esternalizzazione del servizio di cremazione avvenga in forme partecipate e condivise, attraverso il preventivo coinvolgimento in sede consultiva della competente commissione Consigliare e del Consiglio di Quartiere di Pallanza-S.Anna al fine di definire con chiarezza i contenuti tecnici, logistici ed economici di un eventuale bando di esternalizzazione del servizio cremazione con particolare riferimento specifico alle seguenti problematiche: definizione puntuale dei ritorni economici per il comune, muovendo dall’utile del servizio gestito in economia; indicazione delle migliorie da realizzare nei locali di servizio e di accoglienza del crematorio, individuazione del numero massimo di trattamenti annuali ammessi (cremazioni), tenuto conto che l’impianto attuale è autorizzato per 1.800 trattamenti/anno; definizione delle nuove potenzialità di un forno nuovo per affiancare e/o sostituire quello oggi funzionante; precisazione delle caratteristiche tecniche, dei costi e dei tempi di realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria che l’amministrazione ha dichiarato necessari in tempi brevi per mantenere in esercizio l’attuale forno.”

Il testo parla da solo e confermano che:
-non c’è stata condivisione nemmeno con la maggioranza;
-non abbiamo garanzie per i ritorni economici per il comune;
-c’e il rischio concreto che le cremazioni aumentino;
-non sono state considerate altre possibilità per la gestione del forno, nemmeno in house;
-non è nemmeno stato calcolato cosa costerebbe sistemare quello che già c’è.

Ma che fare ora? Fermarsi? Accontentarsi? Certo che no. Con questo documento si chiede che si apra una tavolo di discussione nel caso il referendum non passi, ma non dà delle vere garanzie. Teniamo sempre presente che il loro obbiettivo sarà sempre e comunque la “Esternalizzazione”
Ora tocca ai cittadini scegliere, visto che ne hanno la possibilità, se vogliono esser sicuri che le cremazioni non aumentino rimanendo sotto la soglia di 1800 (ad oggi ne cremano 1200) e che il forno rimanga pubblico, devono andare a votare, votare SI per dire no all’esternalizzazione.
Ci si lamenta che il voto non conta nulla, che non serva andare a votare: bene, ora avete la possibilità di far sentire la vostra voce, andate a votare, siate protagonisti nele scelte della vostra città, almeno quando vi viene data la possibilità per non dover subire passivi le scelte comunali per poi lamentarvi dopo. Votare è un dovere e un diritto, non fatevelo rubare!

Movimento 5 Stelle Verbania

Vorresti un menù veg in tutte le mense pubbliche? Firma la petizione!

veg1-564x375 Riportiamo dal sito di Mirko Busto nostro cittadino deputato alla Camera una petizione importante per dare libertà di scelta a tutti, sia se si è d’ accordo sia se non lo si è.

In fondo il link al sito per firmarla, buona lettura.

Secondo i numeri del Rapporto Italia 2016 dell’Eurispes nel nostro Paese vegetariani e vegani sono in continuo aumento. Per la precisione, le persone che decidono di rinunciare totalmente o in parte ai derivati animali crescono al ritmo di 1.600 al giorno. Erano il 6% nel 2013. Sono diventati il 7,1% nel 2014. E l’ 8% nel 2015.

La maggior parte lo fa per ragioni di salute e benessere (il 46,7% secondo i dati Eurispes), mentre per altri la motivazione dominante è data da questioni etiche nei confronti degli animali (il 30%) o dell’ambiente (il 12%). Sta di fatto che, qualsiasi sia il motivo, quello veg è un gruppo sempre più nutrito.

Di cui la politica non può non tenere conto.

Troppo spesso mense pubbliche, ospedali, scuole e uffici calpestano il diritto di questa fascia di popolazione di nutrirsi in maniera più sostenibile e salutare.

In altri Paesi la libertà di poter scegliere un’alimentazione vegetale anche nei luoghi pubblici è già un diritto sancito dalla legge.

Anche perché sono ormai inequivocabili le evidenze scientifiche che attestano l’efficacia in termini di salute di una dieta a base per lo più vegetale e, al contempo, l’enorme danno ambientale dell’allevamento, specialmente quello intensivo.

In Italia, invece, non solo questo diritto non è ancora garantito ma, ad oggi, il Governo sembra totalmente indifferente alla questione ambientale e sociale legata al consumo di derivati animali.

Basti pensare che negli ultimi 50 anni la popolazione italiana ha quasi triplicato i consumi di alimenti di origine animale, con conseguenze importanti sul proprio benessere e quindi sulle spese sanitarie.

Per questo il Movimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge che garantisca anche a vegani e vegetariani la libertà di mangiare nei luoghi pubblici. Per noi dare la possibilità di veder rispettata la propria scelta alimentare è un atto di civiltà in linea con una politica attenta al benessere individuale, collettivo e al nostro pianeta.

Purtroppo, la maggioranza al governo non ha mai ritenuto importante discutere questa proposta di legge. Così chi vuole un menù più sano e più etico, per sé o per i propri figli, tuttora deve arrangiarsi.

Se anche tu ritieni che questa proposta sia invece molto importante aiutaci a far sentire la nostra voce: firma questa petizione per permettere a tutti di avere un’alimentazione più salutare e sostenibile anche nei luoghi pubblici.

Vorresti un menù veg in tutte le mense pubbliche? Firma la petizione!

 

RIORDINO ASSISTENZA TERRITORIALE VCO: NON PERVENUTO.

Tabella Adi 2010

Dopo aver esultato per l’ospedale unico le amministrazioni sembrano non vedere più problemi. E’ bastato incantare a parole gli amministratori che ora di sanità non se ne parla più.
Il MoVimento 5 Stelle ha presentato un interpellanza per il prossimo consiglio comunale per riportare in risalto le problematiche, non solo di Verbania, ma di tutto VCO. Cosa è stato fatto della riorganizzazione del territorio nel VCO e quali sono i risultati emersi dal tavolo di lavoro regionale, che ha coinvolto anche un referente per il Verbano e come mai ad oggi, l’Asl VCO non ha ottemperato a quanto la regione ha deciso in merito al numero dei medici di continuità assistenziale?
Vogliamo capire a che punto è la riorganizzazione del territorio con le aggregazioni dei medici di medicina generale, compresi i medici di continuità assistenziale, come stabilito dalle delibere regionali. (decreto del 2 aprile 2015, n 70 e dal ruolo unico).

Nessuna parla più delle aggregazioni dei medici di medicina generale, che negli intenti del piano sanitario regionale, si dovevano costituire in gruppo per sopperire ai bisogni della popolazione. Bisogni espressi nell’elevato numero dei codici bianchi ai Dea e che la regione interpreta come la “non presa in carico” dei pazienti, soprattutto anziani con patologie croniche (diabete, bpco, ecc).
É bastato tirare fuori “il miraggio” dell’ospedale unico che d’incanto il territorio, la medicina territoriale, quella propagandata come soluzione, è sparita.
Ci hanno tranquillizzato spiegando che i tempi di attesa sono regolari, nella media, dimenticando però di dire che, ad esempio, per un esame cardiologico a Domodossola ci voglio 117 giorni di attesa contro i 30 previsti, oppure un ecocardo che ne ha 160 contro i 60, un test da sforzo a Domodossola150 gg. e 125 a Verbania contro i 60 gg. previsti.
Certo è più semplice favoleggiare di un progetto che per adesso non è nemmeno sulla carta, i cui denari negli intenti della regione saranno privati, anzichè mettere mano ad una vera rivoluzione sanitaria, potenziando il territorio e aprendo la strada al futuro della sanità cosi, come negli altri paesi europei, dove i bisogni del cittadino vengono presi in carico dal territorio. Parliamo però di un territorio provvisto di strumenti e figure sanitarie in grado di farlo con un ospedale ce si occupa prevalentemente delle acuzie e delle grandi patologie.
Ovviamente tutto questo avrebbe un costo immediato ( ma non esistevano dei fondi regionali per il vco sbandierati da Reschigna?) ma permetterebbe nel tempo di evitare moltissimi ricoveri ospedalieri che hanno un costo molto piu alto e quindi nel tempo un notevole risparmio.

La tabella allegata (dati 2010 pressochè identici agli attuali) illustra la media per l’assistenza domiciliare integrata nel piemonte e nel vco: si pensa che con questi numeri si può fare sanità sul territorio?
Allora ci chiediamo a che gioco sta giocando la regione Piemonte? Cosa intende fare la nuova dirigenza dell’asl VCO? Intende proseguire nel solco delle precedenti amministrazioni, cioè la difesa di quel sistema che ha portato alla creazione di innumerevoli SOC (Strutture Operative Complesse) e sta demolendo la sanità pubblica, con nomine che, grazie alla legge Madia, son sempre e solo politiche? La Regione Piemonte dà all’Asl per ogni abitante più di 1.600,00 €, quanti di questi vanno alle strutture ospedaliere? Quanti al territorio? Ricordiamoci che il deficit dell’asl vco è in pareggio, ma non per virtuosismi su tutta la linea, ma bensì perchè la medicina territoriale è scesa nella spesa mentre, di contro, la spesa per la rete ospedaliera è salita, compensandosi. E’ ora di investire nel territorio e noi lo chiediamo a gran voce, non solo quando fa comodo.

MoVimento 5 Stelle Verbania

PARCHEGGIO OSPEDALE SEMI-INTERRATO: UNA PROPOSTA.

“”Avete mai provato a fare visita a un parente all’ospedale, assisterlo tutti i giorni e poi tirare le somme? Io si.””

Così inizia lo sfogo di una cittadina, che si vede aggiungere un costo da parte dell’amministrazione, il pacheggio, a quelli che già ci si trova ad affrontare durente il ricovero di un parente, ma non solo. Questo ci spinge a ad avanzare la nostra proposta. Lo facciamo sempre a mezzo stampa dato che nei luoghi preposti non se ne parla, o meglio, non c’è condivisione, figuriamoci su un parcheggio.

Niente polemiche però ma una proposta, in aiuto dei cittadini. Negli ultimi giorni è comparso un parchimetro nel parcheggio sotterraneo adiacente all’ospedale in attesa di entrare in funzione non appena metteranno le strisce blu. Ma perché far pagare altri parcheggi in zona ospedale?

Un senso c’è: alcuni residenti, anche non delle immediate vicinanze, hanno preso l’abitudine di parcheggiare i loro veicoli al coperto, occupando i posti e facendo quindi mancare il servizio a chi veramente ha bisogno in quell’area. E’ stata applicata la tariffa minima, di questo ne diamo atto, ma, pur bassa che sia, la cifra è sempre un costo per chi si trova a dover accedere all’ospedale, e di sicuro non lo fa per diletto ma per esigenza. Che fare dunque? Il disco orario, ci è stato spiegato, non è praticabile anche perché è difficile controllo e di notte non vale, quindi non si risolve il problema.

Qui la proposta: perché non mettere una sbarra di accesso, con un distributore che eroga scontrini come già avviene in un noto supermercato di Intra? Basterebbe che l’utente potesse vidimare lo scontrino all’interno dell’ospedale così che non si trovi a pagare il parcheggio chi ha veramente bisogno. Basterebbe collocare la vidimatrice in un’area centrale all’ospedale in modo da disincentivare chi potrebbe entrare solo per vidimare, ma che sarebbe comunque vicina a chi già all’ospedale c’è per necessità. Per chi invece usufruisce del parcheggio per altri scopi si applichi anche una tariffa più alta in modo da compensare il costo.

Parchimetro 1

MoVimento 5 Stelle Verbania

Frontalieri, dalle parole ai fatti.

frontalieri-001-420x171 l tema dei frontalieri riguarda ben 62000 lavoratori cittadini italiani, di cui ca. 5.000 del VCO, che non sono mai stati considerati dal governo e finalmente ora si è parlato di questo problema importante che riguarda varie province, tra cui la nostra. Il governo ha accolto il fatto di impedire le penalizzazioni del sistema fiscale nei confronti dei lavoratori transfrontalieri, di questo ne siamo grati, ma auspichiamo che si tratti in un impegno concreto e reale.

Ma ci chiediamo a chi  giova realmente questo nuovo accordo, vi sono diverse criticità ad oggi non risolte. La revisione delle doppie imposizioni, accordo bilaterale tra Italia e Svizzera, ad oggi non ha giovato e non stà giovando ai lavoratori italiani.

Vi sono ancora forti dubbi sui trasferimenti ai comuni, abbiamo paura delle tempistiche e se verranno versate nella loro totalità, dato che arrivano direttamente alle casse dello Stato Italiano che poi le dovrà girare ai comuni. Questi ultimi, insieme alla regione non hanno avuto voce nella trattativa.

Con la nostra mozione, votata favorevolmente, abbiamo impegnato il Governo:
ad assumere ogni iniziativa utile a garantire la parità di trattamento tra cittadini svizzeri e cittadini degli Stati dell’Unione europea eliminando ogni causa di discriminazione a motivo della propria cittadinanza per quanto riguarda, in particolare, condizioni di impiego e di lavoro, retribuzione e vantaggi fiscali e sociali;
ad assumere iniziative volte a favorire l’eliminazione delle ripercussioni negative che il trasferimento in un altro Stato per lavorarvi possa avere sulle coperture assistenziali e previdenziali;
a garantire la corretta applicazione del regolamento (CE) n. 883 del 2004, che si applica anche alla Svizzera dal 2012, con particolare riferimento alla necessità di porre stringenti vincoli quanto alla tempistica di rimborso dei costi sostenuti dall’istituzione dello Stato di residenza (INPS), nei casi di costi posti a carico di quest’ultima;
ad assumere iniziative per prevedere lo sblocco in favore dei lavoratori frontalieri dei fondi per il finanziamento della legge n. 147 del 1997;
a favorire l’apposizione di specifici vincoli di utilizzo di quota parte delle risorse rinvenienti dalla tassazione dei lavoratori frontalieri, per il sostegno del welfare domestico;
ad assumere iniziative finalizzate alla previsione di un regime fiscale convenzionale che consenta la destinazione diretta ai comuni di residenza delle somme dovute a titolo di ristorno delle spese sostenute per servizi sociali a carico dei medesimi;
a chiarire con urgenza se la tessera sanitaria dei frontalieri non sia più valida in mancanza di comprovata iscrizione al servizio sanitario nazionale e del pagamento della quota minima prevista dal decreto ministeriale 8 ottobre 1986.

Come la nostra, tutte le mozioni sono state votate favorevolmente, tutte volte a tutelare i frontalieri. I deputati portavoce del MoVimento 5 stelle hanno votato a favore anche della mozione proposta dal PD, pur astenendosi su alcuni punti, perché vogliamo un impegno forte, serio, al di là delle discussioni in aula. Spesso vengono votate e discusse in aula al governo mozioni come queste, ma che non si trasformano in atti concreti.

MoVimento 5 Stelle Verbania

MoVimento 5 Stelle Domodossola